Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
La giornalista Nadia Clementi intervista Adriano Legacci per il quotidano trentino L’Adigetto. Testo originale dell’intervista.
Amare senza pensieri. Un concetto semplice da capire ma, a volte, difficile da mettere in pratica, anche in un momento storico in cui i vincoli morali sono stati fortemente allentati.
Mancanza del desiderio, avversione sessuale, carenza di erezione, assenza di eccitamento, eiaculazione precoce, vaginismo, sono queste alcune delle disfunzioni sessuali che ostacolano un rapporto di coppia.
Alquanto diffuso è anche il disturbo dell’orgasmo, con difficoltà o assenza del suo raggiungimento, che può manifestarsi tanto nella donna quanto nell’uomo (sebbene meno frequentemente).
In particolare la questione dell’orgasmo femminile ha innescato da tempo un acceso dibattito, evidentemente perché si tratta di un problema molto più sentito in quanto il godimento femminile non è né automatico e né dovrebbe essere rincorso a tutti i costi, anche a costo di fingere.
Eppure numerosi sondaggi rivelano che più del 70 % delle donne ha finto il piacere almeno una volta nella vita e con ogni probabilità si tratta di un dato sottostimato.
Inoltre, pare che il confessare questo aspetto possa risultare particolarmente difficile, perché si teme di ferire il partner, il quale, a sua volta, potrebbe sentirsi inadatto e incapace nel promuovere il piacere sessuale alla propria compagna.
Cosa fare dunque quando si soffre di disagi connessi alla sessualità?
Nonostante il clima storico di maggiore emancipazione, può essere ancora difficile chiedere aiuto e parlare di sessualità e di disagi sessuali. Questi argomenti potrebbero essere fonte di imbarazzo e sollevare resistenze di vario tipo.
Spesso chi soffre a causa di disfunzioni sessuali si rivolge in prima istanza ad una figura medica (medico di base, ginecologo, urologo, andrologo), nella speranza di essere aiutato a liberarsi del problema il più presto possibile.
Va tuttavia considerato che nelle disfunzioni sessuali di cui abbiamo parlato, la problematica psicologica è spesso centrale.
Può essere proficuo, allora, affiancare il lavoro del medico specialista con un percorso di terapia psicologica, volto all’esplorazione e alla risoluzione dei conflitti interiori sottostanti al disagio.
Questo costituisce l’elemento centrale dell’approccio al problema nella prospettiva del sessuologo o della sessuologa.
A seconda dei casi, l’indicazione può essere per una terapia di coppia o sessuologica laddove la problematica investa il funzionamento della coppia o per una terapia individuale nel caso in cui invece il disagio riguardi il singolo individuo.
Per parlare apertamente di questo argomento abbiamo contattato lo specialista e psicoterapeuta in sessuologia dott. Adriano Legacci
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Dottor Legacci, partiamo dalle basi, cos’è l’orgasmo e che differenze ci sono tra quello femminile e maschile?
Adriano Legacci: «L’orgasmo rappresenta il momento culminante dell’eccitazione erotica. La percezione e la descrizione dell’orgasmo possono variare molto tra i diversi individui e a seconda che avvengano da un punto di vista psicologico, emotivo o biologico.
«In linea generale la fase dell’orgasmo coincide con uno stadio estatico. E’ il momento in cui l’individuo è maggiormente libero rispetto alle influenze esterne e sperimenta una perdita temporanea di contatto con la realtà. È la fase in cui il piacere sessuale raggiunge l’apice.
«Negli uomini la fase dell’orgasmo coincide generalmente con l’emissione di sperma e la sensazione di inevitabilità dell’eiaculazione; nelle donne avvengono contrazioni della platform ritmiche e regolari (le prime 4-5) ad una frequenza di 0,8 sec. Successivamente le contrazioni diventano più diradate, irregolari e meno intense. In sincronia coi muscoli perivaginali del terzo esterno, si contraggono anche i muscoli del pavimento pelvico e dello sfintere anale.
«Si tratta del terzo momento di quello che William Masters e Virginia Johnson, fondatori della moderna sessuologia, hanno definito ciclo di risposta sessuale, costituito da 4 fasi: eccitamento, plateau, orgasmo e risoluzione.
«Tale ciclo dovrebbe essere completato secondo la sessuologa Helen Kaplan con una quinta fase che precede e prepara le altre: il desiderio.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Negli orgasmi femminili ci sono dei miti da sfatare o esistono diversi tipi di piacere?
Adriano Legacci: «Gli esseri umani tendono regolarmente a dividersi sui temi importanti che li riguardano, che siano di ordine culturale, filosofico o strettamente scientifico.
«Esistono correnti di pensiero, in ambito medico, psicologico e sessuologico, secondo le quali l’idea di una distinzione tra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo corrisponderebbe ad un errore culturale. In realtà l’orgasmo femminile sarebbe uno solo e cambierebbe solo il tipo di stimolazione per raggiungerlo.«Di diverso avviso sono altri studiosi, secondo i quali la distinzione tra un orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo non sarebbe affatto un mito da sfatare ma corrisponderebbe ad una evidenza fisiologica, supportata anche da osservazioni cliniche: è stato osservato, anche attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica durante l’autoerotismo, che le aree sensoriali attivate nel cervello femminile sono diverse a seconda che l’orgasmo sia clitorideo oppure vaginale.
«L’orgasmo clitorideo si ottiene con la stimolazione diretta del clitoride e la zona circostante, con o senza penetrazione vaginale. Questa stimolazione può avvenire in forma orale, manuale o meccanica. E’ il tipo di orgasmo più comunemente sperimentato e il più facilmente raggiungibile da tutte le donne. E’ identificabile con un senso di calore e di elettricità che pervadono il corpo.
«L’orgasmo vaginale, connesso alla penetrazione durante il rapporto, è molto meno frequente. Sulla base di un questionario somministrato negli anni ’70 ad oltre 100.000 donne, la studiosa Shere Hite rileva che circa il 70% delle intervistate sostiene di non raggiungere l’orgasmo con il solo rapporto penetrativo, senza una contemporanea stimolazione del clitoride.
«Riconoscere una distinzione tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale, non significa che esista un orgasmo di seria A e uno di serie B. L’orgasmo è un orgasmo, e basta. Nessuna donna dovrebbe sentirsi inadeguata o incompleta per il fatto di sperimentare solo l’una o l’altra forma di piacere.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Quali possono essere le cause del mancato raggiungimento di un vero orgasmo da parte delle donne? E quali i motivi principali per i quali fingono?
Adriano Legacci: «Dobbiamo stabilire se vogliamo accettare la premessa che il nostro principale organo sessuale sia il cervello. In caso affermativo, diventa facile comprendere come le ragioni della difficoltà di sperimentare l’orgasmo vaginale profondo siano connesse alla straordinaria complessità della psiche umana. La strada della maturazione libidico-emotiva, a partire dalla prima infanzia, è cosparsa di ostacoli, non sempre facilmente superabili.
«Siamo di fronte a innumerevoli motivi, di carattere culturale e di carattere personale. Sono motivi che si collocano sia sul piano cosciente che su quello inconscio. Tra i più semplici da riconoscere – senza entrare nel merito di una approfondita valutazione clinica – si possono elencare problemi connessi al pudore, all’inibizione, alla scarsa conoscenza della propria fisiologia, al timore del giudizio, alla paura della reale perdita del controllo, equiparata alla follia, o alla morte.
«È interessante ricordare che nella lingua francese una delle forme più profonde dell’orgasmo femminile viene definita petite morte (piccola morte). Si tratta di una forma estatica di orgasmo in cui il controllo della mente viene spazzato via, lasciando il posto ad uno stato di sospensione e vertigine, affine alla perdita dei sensi. Un’area di non mente in cui non ogni essere umano si sente pronto ad entrare.
«Perché arrivare a fingere? È un fatto: secondo uno studio della Columbia University il 54% delle donne, almeno una volta nella vita, ha finto di avere un orgasmo. Il 10% delle donne dichiara di fingere con regolarità.
«Questo avviene principalmente per 3 ordini di motivi:1) Convinzione (errata) di essere frigida o anorgasmica.
E’ il caso in cui le donne fingono sulla base dell’errata convinzione di essere anorgasmiche -e che a questo non esista rimedio. Si tratta in larga misura di inibizioni emotive e di mancanza di conoscenze sul funzionamento del proprio corpo.
Il fatto di non aver mai sperimentato l’orgasmo in precedenza, il tabù della masturbazione o la trappola del dilemma filosofico tra orgasmo di tipo A (vaginale) e orgasmo di tipo B (clitorideo) possono indurre la donna a rinunciare a priori alla ricerca del piacere sessuale.
Nel corso di un rapporto sessuale che non accenna a finire, dopo aver pensato a come ritinteggiare il soffitto, ripassato mentalmente la lista della spesa e riordinato nell’immaginazione il guardaroba, la donna sceglie – con la simulazione dell’orgasmo – di dare un segnale di stop al proprio partner.2) Paura di essere considerata dal partner sessualmente non attraente, difettosa o non funzionate, e quindi tradita o abbandonata.
Secondo una ricerca dell’Università di New York pubblicata su Archive of Sexual Behavior in collaborazione con la Oakland University, le donne con minor stima di sé e maggior paura di essere tradite o abbandonate” dal compagno sono quelle che con maggior frequenza tendono a simulare l’orgasmo.
Poiché gli uomini sono più propensi a rimanere al fianco di una donna se convinti di soddisfarla sessualmente, la simulazione dell’orgasmo consente alla donna di proporsi come più attraente rispetto ad altre possibili rivali – meno machiavelliche e passionali – di mantenere il partner e di avere più possibilità di procreare.
Considerata in questo quadro, la simulazione dell’orgasmo acquista una valenza di selezione della specie in prospettiva evolutiva.3) Periodo (non eterno) della clemenza verso il partner.
Esiste anche questa motivazione. Di fronte ad un partner ansioso, non esperto, frettoloso o inadeguato, la donna può scegliere tra una sentenza di decapitazione, di clemenza, o di rinvio a giudizio.
La simulazione dell’orgasmo ha in questo caso l’apertura di un credito – non illimitato – rispetto ad un partner momentaneamente non soddisfacente ma al quale la donna desidera offrire ulteriori opportunità.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Come fa un uomo a comprendere che si tratta di un orgasmo vero o di una recita?
Adriano Legacci: «Nessun uomo dovrebbe porsi questo problema. Mai. Nessun uomo dovrebbe diventare un detective alla ricerca di indizi e di prove in un momento del genere.
«Esistono in ogni caso manifestazioni fisiologiche molto precise connesse con il raggiungimento del vertice del piacere femminile.• il ritmo cardiaco aumenta, così come la sudorazione;
• la respirazione diventa più veloce e affannosa;
• le pupille si dilatano;
• il colorito delle labbra, del viso e dei genitali tende a diventare più scuro per la maggiore irrorazione sanguigna;
• in alcune donne questo fenomeno comporta al tempo stesso un arrossamento delle pelle (in particolare collo, guance e petto);
• può verificarsi un inarcamento della schiena, accompagnato da spinte pelviche involontarie;
• segnali più delicati sono costituiti dall’irrigidimento dei capezzoli durante l’orgasmo e dalle fisiologiche contrazioni ritmiche di vagina e perineo, collegate talvolta ad uno spasmo involontario dei piedi (spasmo carpopedalico) e ad uno stato momentaneo di obnubilamento della coscienza, proprio dello stato estatico.
• Un fenomeno non sempre presente, talvolta frainteso o misconosciuto ma di grande importanza, è la cosiddetta eiaculazione femminile (squirting).«È comunque opportuno considerare come ogni donna, indipendentemente dalle risposte fisiologiche comuni, viva in maniera esclusiva e personale il proprio stato orgasmico.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). La colpa, se di colpa si può parlare, può essere del partner? Può esistere una forma di «anorgasmia selettiva» in base al partner?
Adriano Legacci: «Eviterei in ogni caso di parlare di colpe dell’una o dell’altro. Le ragioni per le quali una donna può non arrivare all’orgasmo sono molteplici, esito delle infinite, delicate e complesse sfumature dell’erotismo e della psiche.
«Detto questo, è innegabile come il contributo del partner possa essere assolutamente determinate. I sostenitori dell’esistenza – e dell’importanza – dell’orgasmo vaginale profondo rilevano che se tale tipo di orgasmo non esistesse, l’eiaculazione precoce maschile non costituirebbe un problema. La pratica clinica con le coppie attesta invece che di problema si tratta.
«Esiste certamente anche un’anorgasmia selettiva. Non tutti i partner sono alchemicamente compatibili. Ragioni prevalentemente psicologiche, o connesse all’età, o al momento di vita – e solo in parte di natura fisiologica – rendono possibile o impossibile il raggiungimento dell’orgasmo con un partner piuttosto che con un altro.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Perché gli uomini, salvo eccezioni, riescono sempre a raggiungere l’orgasmo, in qualsiasi situazione, mentre le donne hanno solitamente bisogno di più tempo e situazioni diverse?
Adriano Legacci: «Su questo punto c’è un grande equivoco culturale. Esiste la tendenza a credere che eiaculazione e orgasmo, nell’uomo, siano sinonimi. Non lo sono. Se in linea generale è vero l’uomo riesce sempre ad avere una eiaculazione (ma anche qui esistono delle eccezioni) non sempre questo corrisponde ad un reale stato orgasmico.
«In alcuni casi si tratta di un semplice allentamento della tensione, accompagnato da una sensazione di piacere non particolarmente intensa. Esistono casi più estremi di eiaculazione in assenza di una qualsiasi forma di piacere, o di orgasmo.
«Le donne hanno bisogno di più tempo perché questo è nella natura dell’erotismo femminile, delle sue squisite peculiarità psicologiche e fisiche.
«Nello stesso modo in cui preparare un falò di legna richiede più tempo di un fuoco di paglia. Se il secondo è più rapido ad accendersi, il primo durerà però molto di più. Spesso si dimentica il grande potere dell’erotismo femminile, un aspetto del quale è l’assenza di periodo refrattario dopo l’orgasmo: a differenza dell’uomo, ormai ridotto in cenere, la donna è in grado di mantenere alta la fiamma del desiderio e di sperimentare orgasmi multipli.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). E’ vero che anche gli uomini fingono l’orgasmo?
Adriano Legacci: «Si tratta di un dato poco conosciuto e in parte sorprendente. Secondo alcuni dati di ricerca (Università del Kansas, in Journal of Sex Research, rivista della Society for the Scientific Study of Sexuality) il 25% degli uomini finge l’orgasmo.
«È facilmente intuibile come si sia in presenza di una finzione di natura puramente esteriore, poiché in nessun modo l’eiaculazione può essere simulata.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Esiste il cosiddetto punto «L» maschile?
Adriano Legacci: «Contrariamente al punto G femminile il punto L maschile non è così conosciuto e non rappresenta una zona ben definita. E’ soltanto un altro nome che viene dato al muscolo pubococcigeo che si trova tra i testicoli e l’ano.
«Una zona particolarmente erogena che può essere stimolata da fuori o con sollecitazioni particolari del pene, oralmente o attraverso penetrazione.
«È comunque difficile arrivare all’orgasmo tramite la sola stimolazione del punto L.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). L’orgasmo da masturbazione provoca lo stesso piacere di quello condiviso con il partner?
Adriano Legacci: «No. In alcuni casi si tratta di un piacere inferiore; in altri di un piacere superiore. O perfino di un piacere tout court. Non sono rari i casi di persone -uomini o donne – incapaci di avere un orgasmo durante il rapporto ma in grado di averne uno tramite masturbazione, in coppia o solitaria.»
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Non raggiungo l’orgasmo: che cosa succede?
Nadia Clementi (L’Adigetto). Quello dell’orgasmo simultaneo tra i due partner è un mito, ma molto difficile da abbattere. Quanto conta per il benessere sessuale degli individui un’educazione sessuale rivolta al rispetto e al piacere del proprio partner contro una cultura sessuale votata alla performance?
Adriano Legacci: «Basare l’incontro erotico sull’idea della performance significa togliere a priori profondità e spessore all’esperienza sessuale. La ricerca della performance conferisce spesso all’incontro sessuale note ansiose, o un carattere di superficialità e di artificiosità, ed è in antitesi rispetto alla possibilità di immergersi profondamente nel piacere.
«Esiste però anche una performance non cercata, esito naturale del desiderio, della passione, del profondo coinvolgimento.
«Oltre a quello dell’orgasmo simultaneo, esiste un altro mito da sfatare. E’ il mito della dedizione al partner. Il mito della dedizione ad ogni costo.
La dedizione al partner è insita nell’esperienza affettiva ed erotica profonda. Ha un carattere naturale. Quando viene forzata – in nome del mito, in nome delle pressioni culturali, in nome delle aspettative del partner – conferisce di nuovo un carattere di artificiosità all’incontro. E genera facilmente la cosiddetta ansia da prestazione.
L’incontro d’amore ideale è quello in cui i due partner costituiscono l’uno per l’altro un varco spazio/temporale: una soglia da attraversare per il raggiungimento dell’estasi.
«Il non luogo e il non tempo in cui il proprio piacere diventa piacere dell’altro.»